1) Ecco il principio
della vita informe e senziente. Prima il divino, l’Uno dallo
spirito madre; poi lo spirituale; il tre
dall’Uno; il quattro dall’Uno e i cinque dai quali i tre, i
cinque ed i sette. Questi sono i triplici e
i quadruplici, discendenti; i figli della mente del primo signore; i
sette risplendenti. Sono essi
che sono te, io, egli, o Lanu; essi che vegliano su di te e su tua madre Bhumi.
2) Il raggio uno
moltiplica i raggi minori. La vita precede la forma e la vita
sopravvive all’ultimo atomo. Attraverso gli
innumerevoli raggi il raggio della vita, l’Uno come un filo attraversa molte perle.
3) Quando l’Uno diventa
due, il triplice appare e i tre sono Uno; ed è il nostro filo, o
Lanu, il cuore della pianta-uomo
chiamata Saptaparna.
4) E’ la radice che non
muore mai, la fiamma trilingue dai quattro lucignoli. I lucignoli
sono le scintille che traggono
dalla fiamma trilingue scoccata dai sette, la loro fiamma, i raggi e
le scintille di una Luna
riflessa nelle acque correnti di tutti i fiumi della terra.
5) La scintilla è
attaccata alla fiamma con un sottilissimo filo di Fohat. Esso viaggia
attraverso i sette mondi di Maya. Si
ferma nel primo ed è un metallo o è una pietra, passa nel secondo
ed ecco una pianta, la pianta
passa attraverso sette mutazioni e diventa un animale sacro. Dalla combinazione degli
attributi di questi, Manù, il pensatore è formato. Chi lo forma? Le
sette vite e la vita una. Chi
lo completa? Il quintuplice Lha. E chi perfeziona l’ultimo corpo?
Il pesce, il peccato e Soma.
6) Da primogenito il filo
fra il guardiano silenzioso e la sua ombra diviene più forte e
raggiante con ogni cambiamento. La luce
del sole mattutino è divenuta gloria del meriggio.
7) “Questa è la tua
ruota attuale” disse la fiamma alla scintilla. “Tu sei me stessa,
la mia immagine, la mia ombra. Mi sono
rivestita di te e tu sei il mio Vâhan fino al giorno “Sii con
noi”, quando tu ridiverrai me stessa ed
altri, tu stessa e me”. Allora i costruttori indossate le loro
prime vestimenta, discendono
sulla terra radiosa e regnano sugli uomini che sono loro stessi.
Commentario alla Stanza VII
In questa Stanza è
raccolto un compendio di quanto trattato nelle stanze precedenti.
Viene quindi fatto un riassunto
degli eventi che hanno portato alla formazione, dapprima dell’Universo, quindi
del corpo fisico.
1) Ecco il principio
della vita informe e senziente. Prima il divino, l’Uno dallo
spirito madre; poi lo spirituale;
il tre dall’Uno; il quattro dall’Uno e i cinque dai quali i tre,
i cinque ed i sette. Questi sono i triplici e
i quadruplici, discendenti; i figli della mente del primo signore; i sette risplendenti. Sono
essi che sono te, io, egli, o Lanu; essi che vegliano su di te e su tua madre Bhumi. E’ così che la vita
senziente prese vita dal principio informe:
a) Per primo vi era
l’Eterno, il Divino, inespresso nella non-esistenza iniziale, in
cui erano presenti latenti
tutte le esistenze future.
b) Da questo deriva
l’Uno, in cui tutto era raccolto ma non ancora manifesto: la prima espressione del Tutto
Immanifesto. E’ da ciò che fu generato il piano spirituale, futuro generatore di
tutti i piani sensibili e sovrasensibili.
c) Dall’Uno nasce il
triplice. Nel momento in cui si manifesta il punto già comprende il tre: inizio, sviluppo,
fine.
d) Dal triplice viene
generato il quattro: la proto-materia, generatrice e “placenta” della materia fisica.
e) Nel momento in cui si
manifesta il mondo fisico, prende forma il tessuto spaziotemporale che lo contiene, senza il
quale non può esistere alcuna manifestazione a livello fisico.
f) Adesso ci sono i
presupposti per la nascita delle forme fisiche: il sette, in quanto settimo livello (nel
senso del più basso), di Malkhut. A questo livello la forma spirituale-energetica,
che precede sempre quella fisica, discende nella materia passando attraverso i
livelli superiori: il tre ed il cinque.
E’ da questi livelli
spirituali che sono generate le forme, tra cui anche quelle umane, di
cui fanno parte gli
interlocutori della Shloka e tutto il genere umano. Sono gli spiriti
formatori dell’uomo e della terra (Bhumi) che agiscono.
2) Il raggio uno
moltiplica i raggi minori. La vita precede la forma e la vita
sopravvive all’ultimo atomo.
Attraverso gli innumerevoli raggi il raggio della vita, l’Uno, come un filo attraversa molte
perle. La prima emanazione
energetica (il Raggio Uno) si scinde nelle innumerevoli emanazioni che daranno luogo alla
vita ed alle sue molteplici forme. L’energia della vita che precede
e sopravvive a tutte le
forme materiali. Essa è insita in ogni
forma appartenente al mondo fisico. Essa unisce tutto
l’esistente in un’unica vita macrocosmica: il filo della vita che
attraversa le perle dell’esistenza.
3) Quando l’Uno diventa
due, il triplice appare e i tre sono Uno; ed è il nostro filo, o Lanu, il cuore della
pianta-uomo chiamata Saptaparna. Quando l’Energia Una ed
indifferenziata comincia manifestarsi, appare il tre. Questo in quanto per ogni
manifestazione sono necessari tre termini. Nel momento in cui un
evento ha il suo inizio, deve
anche avere una fine e tra i due termini si deve necessariamente porre la durata. Così,
ad esempio, nel momento in cui una vita nasce, già in essa è insita
la morte, ma tra i due vi è
la crescita. Nel momento in cui da un punto viene tracciata una linea, già in essa vi
sono i tre termini che la quantificano: inizio, fine e distanza tra i
due punti. Così se due
termini sono necessari per delimitare un evento, un terzo termine è necessario per
quantificarlo. Questo tre (già spiegato nelle precedenti stanze) è
quello dal quale potrà essere
generata l’unitarietà della materia. E’ da qui che nasce il
concetto dell’individualità
della vita e della forma, ognuna unica e irripetibile nel suo genere,
ma ognuna anche accomunata
ai suoi simili da un’unica matrice. E' da questo filo di vita che prenderà esistenza e
vita l’uomo. Esso è qui visto come
una pianta che ha le sue radici nell’Oceano della vita. Egli esiste nel corpo
fisico, ma solo grazie all’unione di questo con gli altri sei corpi
sottili (formando così i sette
corpi dell’uomo: fisico, eterico, astrale, emozionale, mentale inferiore, mentale
superiore, causale). Quindi al corpo fisico
sono allacciati altri sei corpi sottili, ai quali quest’ultimo è strettamente connesso ed
ai quali si può accedere mediante diversi livelli di percezione spirituale, che fanno
comunque tutti parte del piano fisico umano. Il più elevato è il
corpo causale, così denominato in quanto è da esso che derivano,
per progressiva
densificazione, tutti gli altri corpi. E’ la sede del nostro
Io Superiore.
4) E’ la radice che non
muore mai, la fiamma trilingue dai quattro lucignoli. I lucignoli sono le scintille che
traggono dalla fiamma trilingue scoccata dai sette, la loro fiamma, i raggi e le
scintille di una Luna riflessa nelle acque correnti di tutti i fiumi della terra. Dall’unione dei tre
viene generato il quattro. La triplice energia una è
la radice, la causa di tutte le manifestazioni materiali e sovramateriali. Nell’uomo
è rappresentata da: spirito, anima e corpo (buddhi, atma, manas), ed essendo manifestazione
di un’energia spirituale, quest’ultima non è soggetta a terminare con la morte,
come il corpo fisico che la ospita. E’ la fiamma che genera
la materia e la vita. I lucignoli sono i
quattro elementi base alchemici: fuoco, aria, acqua, terra, dai quali
trae origine la materia densa.
Queste energie, elementi alchemici, che sono alla base della formazione della materia,
non sono altro che una debole fiamma, riflessione ultima dell’Energia Madre
nella materia. Nella manifestazione
materiale è pur sempre presente l’Energia Divina, ma solo quale pallido riflesso
dell’energia originaria, offuscata dalla materia.
5) La scintilla è
attaccata alla fiamma con un sottilissimo filo di Fohat. Esso viaggia attraverso i sette mondi
di Maya. Si ferma nel primo ed è un metallo o è una pietra, passa nel secondo ed ecco
una pianta, la pianta passa attraverso sette mutazioni e diventa un animale sacro. Dalla combinazione degli
attributi di questi, Manù, il pensatore è formato. Chi lo forma? Le sette vite e la
vita una. Chi lo completa? Il quintuplice Lha. E chi perfeziona l’ultimo
corpo? Il pesce, il peccato e Soma. Fohat unisce il tutto (il
filo che lega molte perle). Unisce l’energia materiale a quella
divina tramite un sottile filo:
la strada che la materia deve ripercorrere per tornare in seno alla Causa Prima. Grazie
all’energia di Fohat vengono formati i sette mondi di Maya, ossia i sette livelli in cui è
diviso il mondo materiale (Malkhut). Vengono così formati, a mano a mano, i mondi minerale,
vegetale, animale, umano ed i tre superiori appartenenti ai livelli evolutivi ai quali l’uomo
deve ancora pervenire. I sette mutamenti della
pianta stanno a sottintendere i sottolivelli nei quali è diviso ogni livello. Questo è il percorso della monade per risalire alla Fonte Divina. Una volta evoluta dal
livello vegetale entra in quello animale la cui ultima tappa su
questo livello è rappresentata
dall’animale sacro. Secondo gli Induisti,
dalla cui dottrina è stata tratta la rielaborazione di
quest’antichissimo testo, ci sono degli
animali sacri (per esempio le vacche) che rappresentano il più alto livello evolutivo del
mondo animale. A questi, a mio avviso, si potrebbero aggiungere anche tutti gli animali
che dimostrano un certo livello d'evoluzione intellettiva quali:
cane, gatto, cavallo, delfino,
etc. In particolare metterei
tra questi gli animali domestici poiché, grazie allo stretto
contatto che hanno con le energie
del livello umano, queste possono agevolarne l’evoluzione. Il seguito di
quest'evoluzione, che avverrà sul livello umano, porterà all’uomo
senziente. Ciò, naturalmente,
avverrà in modo graduale, partendo dai più bassi livelli del mondo umano, ove sono ancora
presenti gli istinti animali. Manù è la componente
spirituale dell’uomo, dalla quale procederà l’uomo fisico. Esso
è formato dai sette corpi
in precedenza descritti, che formano un unico corpo con quello fisico, al quale sono
strettamente e biunivocamente legati. E’ attraverso e mediante essi
che s'attua l’evoluzione
della coscienza che ci porterà a progredire sui piani spirituali. Il corpo fisico, il più
basso corpo umano sul piano energetico ed evolutivo, viene perfezionato dalla
componente spirituale, simbolizzata dal pesce. Infatti, questa raffigurazione viene
anche ritrovata nel Cristianesimo, dove il pesce trova posto in una parte del suo simbolismo
primitivo. Sta quindi a raffigurare un principio spirituale dal quale, nel caso del
Cristianesimo, procede un insegnamento mentre nel caso citato procede il corpo materiale.
Questo corpo si è materializzato nella materia a causa delle leggi karmiche (il peccato) che
hanno causato la caduta dello spirito nella materia, ed è mediante queste che
l’uomo dovrà trascendere da essa mediante una serie progressiva di cambiamenti
(rappresentati da Soma = Luna) che lo porteranno ad evolvere
sublimando la materia in favore dello
spirito. La Luna, infatti, esemplifica il cambiamento giacché con le sue fasi, dalla Luna
Piena a quella Nuova, sta ad indicare la caduta della luce nel buio mentre con le altre fasi,
dalla Luna Nuova a quella Piena, sta ad indicare la rinascita della luce dal buio della
materia, in quel ricorrente ciclo che è alla base d'ogni
manifestazione dell’Universo ed è
tipizzante l’Universo stesso.
6) Da primogenito il filo
fra il guardiano silenzioso e la sua ombra diviene più forte e raggiante con ogni
cambiamento. La luce del sole mattutino è divenuta gloria del meriggio. L’ombra è ciò che noi
percepiamo come materia, l’energia spirituale che si è condensata fino a livello fisico.
Gradualmente l’energia si è condensata in materia e quest’ultima, perfezionandosi
progressivamente ad ogni cambiamento (rappresentato nella Shloka precedente da Soma),
aumenta il suo legame con l’energia spirituale dalla quale è
derivata: il guardiano silenzioso.
Questo filo che lega il corpo fisico al suo Sé spirituale superiore, viene progressivamente a
rafforzarsi ed il corpo fisico, che non è altro che l’ombra, in quanto proiezione nel
mondo materiale di un'Entità Spirituale, diviene sempre più emanante forza ed energia
spirituale man mano che si riavvicina alla fonte. E’ così che il corpo fisico, nel corso
dei numerosi cicli incarnativi, può elevarsi dal retaggio della materia. Lo spirito, non
più offuscato dai veli della materia potrà finalmente ascendere ai più alti livelli,
valicando i confini di Malkhut che le leggi karmiche gli avevano
imposto. E’ il corpo di luce di Gesù
il Cristo che vediamo descritto nel Vangelo dopo la sua Resurrezione.
7) “Questa è la tua
ruota attuale” disse la fiamma alla scintilla. “Tu sei me stessa,
la mia immagine, la mia ombra.
Mi sono rivestita di te e tu sei il mio Vahan fino al giorno “Sii con noi”, quando
tu ridiverrai me stessa ed altri, tu stessa e me”. Allora i costruttori indossate le
loro prime vestimenta, discendono sulla terra radiosa e regnano sugli uomini che
sono loro stessi. E’ ancora l’Io
Superiore che parla alla sua parte fisica. L’uomo sta attualmente
vivendo nella sfera umana della
manifestazione, ma solo in quanto riflesso, emanazione ed “immateriamento” di
una sua componente più elevata. L’Io Superiore, lo
Spirito emanato dalla Fiamma Primordiale, ha bisogno di un corpo per poter vivere la materia e
poterla quindi superare nell’esperienza dell’incarnazione. Il corpo, quindi, è il
mezzo (Vahan) che lo spirito dovrà usare per evolvere fino al
momento dell’unione con
l’Assoluto, quando ognuna delle particelle spirituali che hanno
trovato individualità nella
materia, saranno infine di nuovo riunite nell’oggettività del
Pensiero Divino. Finalmente i
“costruttori” hanno un mezzo fisico idoneo a ricevere il loro
spirito. Il corpo fisico potrà quindi
essere il mezzo d’evoluzione che consentirà allo spirito di
trascendere la materia, per potere
alfine ricongiungersi con l’Assoluto Per far sì che questo
accada, però, è necessario che gli spiriti primordiali, prima emanazione del Pensiero
Divino, ridiscendano nella materia riuscendo a dominare quel corpo che è solo una
loro emanazione sul piano materiale.
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