Il Mantra può essere costituito da un inno, da un versetto vedico
(i Veda sono i testi sacri dell’induismo), da una formula
liturgica o mistica, oppure da una sillaba (bija-mantra) o
un insieme di sillabe.
I mantra possono servire come strumento
di meditazione, poiché tramite la loro ripetizione si entra in
contatto con l’Assoluto, anche se non si conosce il significato di
ciò che si recita.
I mantra nella pratica dello yoga
Spesso le lezioni di
yoga tradizionale cominciano con la recitazione di un mantra e
spesso terminano con la recitazione della Om (tradizionalmente
ripetuta per tre volte), come saluto. I mantra possono anche comporre
un’intera lezione di mantra-yoga.
I mantra possono evocare forze
cosmiche; possono essere epiteti di divinità; nel culto induista i
mantra recitati possono essere singole sillabe, come nel caso della
sillaba Om, identificata con l’essenza stessa dei Veda e
quindi dell’intero universo.
Nell’induismo i mantra ebbero grande
diffusione soprattutto nella pratica del japa, la ripetizione
vocale o mentale, spesso accompagnata dallo scorrimento fra le dita
dei grani di una japa-mala (una sorta di “rosario”
composto da 108 grani, spesso semi di una pianta sacra).
La ripetizione, se eseguita secondo
determinate norme e in una condizione spirituale adeguata, è in
grado di sollecitare il benefico intervento della divinità, poiché
le sillabe sono considerate come una delle forme in cui può
manifestarsi la potenza divina.
Anche nella tradizione cultuale del
cattolicesimo esiste la recitazione di un “mantra”: il Kirye
Eleyson, o l’Ave Maria, o altre preghiere ripetute come una
cantilena, sgranando il rosario, fin quasi a perdere il significato
delle parole.
Nei mantra è importante il
suono più che il senso: spesso privi di significato letterale,
ma efficaci dal punto di vista esoterico, i mantra (personali e
segreti) vengono trasmessi dal maestro spirituale al discepolo nel
corso di cerimonie iniziatiche.
I mantra sono moltissimi, ci sono i mantra-yoga, i mantra tibetani, e poi quelli che vanno recitati, oppure quelli vibrati o sussurrati o solo pensati. Sta ad ognuno scegliere quello che ritiene più efficace. Tra i più
famosi ci sono l'Om Namaha Shivaya (omaggio alla divinità
Shiva, “patrono” dello yoga) e il Maha Mantra (grande
mantra). Quest’ultimo è stato reso famoso dai discepoli di Swami
Prabuphada, i cosiddetti “Hare Krishna”, che suonano e danzano
per le strade ripetendo incessantemente:
Hare Krishna Hare Krishna
Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama
Rama Rama Hare Hare
Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama
Rama Rama Hare Hare
Io per n certo periodo ho frequentato i devotee hare krishna del tempio di Londra e ho cantato varie volte il mantra di krishna e devo dire che sentivo un senso di pace e di comunione cogli altri. Non mi è mai successo con altri tipi di cerimonie e si creava un'energia quasi tangibile che avvolgeva tutti ed era una specie di estasi sensoriale. Era sempre un'esperienza stupenda e mi manca moltissimo.
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