Ritmo

«Ogni cosa fluisce e rifluisce, tutto procede per fasi; ogni cosa s’innalza. e cade,
l’oscillazione del pendolo è sempre manifestata; poiché l’oscillazione di destra è la misura di
quella di sinistra, il ritmo si compensa»
Il Kybalion

Questo grande principio, rende omaggio alla verità che, in ogni cosa è presente un movimento ben preciso, che si espande in ogni direzione; un fluire continuo, per ogni oscillazione in avanti, una all’indietro, un moto pendolare, un’alta e bassa marea. Questo avviene tra i due poli, su tutti e tre i piani: fisico, mentale e spirituale, essendo in stretto rapporto con il precedente principio di polarità. Il fatto che tra i due poli esista sempre un ritmo, non comporta però, che l’oscillazione giunga necessariamente alle due estremità; ciò avviene, anzi, assai raramente, inoltre è molto difficile stabilire quali siano gli estremi polari. Comunque, l’oscillazione si dirige sempre, prima ad un polo, poi verso l’altro, e ci sarà sempre per ogni azione una reazione, un avanzamento e un arretramento, un innalzarsi e un abbassarsi; sempre, in ogni fenomeno universale; questo vale tanto per i soli, i pianeti, gli uomini, le piante, gli animali, i minerali, le sorgenti di forza o di energia, la materia in genere, che per la mente e lo spirito. E’ un principio che si manifesta nella creazione e distruzione dei mondi, come nel progredire e cadere delle nazioni, nella storia di tutte le cose, ed infine, negli stati mentali dell’uomo. Partendo dalle manifestazioni Spirituali (del TUTTO) possiamo vedere come ci sia un’entrata e un’uscita, per dirla coi Bramini, un’aspirazione e un’espirazione di Brahma. Dapprima si creano gli universi che raggiunto il più primitivo limite di materialità, iniziano la loro ascesa. Si formano così i soli, che, giunti al massimo della loro potenza, cominciano a retrocedere. Col passare dei millenni, si trasformano in masse inerti di materia che, soltanto quando giungerà un altro impulso capace di rimuovere le loro energie interne, inizieranno un nuovo ciclo solare. Lo stesso avviene per i mondi, essi nascono, si sviluppano e muoiono per poi rinascere da capo; così avviene per ogni cosa che abbia forma: c’è un passaggio dall’azione alla reazione, dalla nascita alla morte, dall’attività alla stasi, e così via, all’infinito. Lo stesso processo ha luogo per le cose viventi; anch’esse nascono, crescono e muoiono, per poi ricominciare; altrettanto dicasi per tutti i grandi meccanismi culturali o di costume: credenze filosofiche, mode, governi, nazioni, in ognuno si ha un crescendo fino alla maturità, al massimo splendore; poi inizia la decadenza, quindi sopravviene la morte e... ecco la rinascita! Il moto oscillatorio è sempre presente. La notte segue al giorno, come questo alla notte, il pendolo oscilla dall’estate all’inverno e viceversa. Tutto compie il suo ciclo; atomi, corpuscoli, molecole, ogni massa di materia. Non vi può essere cessazione ed è valido per ogni cosa; sia per i fenomeni dei diversi piani di vita che per le fasi dell’agire umano; ovunque si manifesta la ritmica oscillazione tra i due poli, l’enorme pendolo dell’universo è sempre in funzione; come vuole la legge, le maree della vita fluiscono e rifluiscono. Anche gli scienziati attuali hanno ben compreso questo principio, considerato come legge universale applicabile a tutte le cose materiali, ma gli ermetisti, assai più avanti nella conoscenza delle cose occulte, sanno che il suo raggio d’azione invade anche le attività mentali dell’uomo. Sanno pure che lo strano mutamento degli stati d’animo e dei sentimenti, apparentemente senza logica, è dovuto a questo principio; con l’applicazione conveniente del quale, ci si può sottrarre ad alcune delle sue manifestazioni che ci stupiscono e addolorano. Essi si sono resi conto da lunghissimo tempo che, se il principio era invariato e sempre operante per i fenomeni mentali, c’erano altri due piani in cui si manifestava: uno più basso e uno più alto di coscienza. Il comprendere tutto questo, diede loro la possibilità di inserirsi nel piano più elevato, sottraendosi così alle oscillazioni del piano inferiore. Più brevemente, l’oscillazione aveva luogo a livello sub-cosciente, per cui l’oscillazione negativa, non manifestandosi in termini coscienti, non ne pregiudicava le vibrazioni. Processo chiamato « legge di neutralizzazione », ovvero innalzamento del l’Ego al di sopra delle vibrazioni del piano incosciente di attività mentale. Qualcosa di simile a quello che avverrebbe sollevandoci al di sopra di una certa cosa, e lasciandola passare al di sotto. Lo studioso molto progredito o un maestro di ermetica, riescono a concentrarsi sul polo desiderato e, grazie ad un certo procedimento (simile ad un rifiuto), neutralizzano l’influenza pendolare, rifiutandosi di seguire l’oscillazione retrocedente, ma soffermandosi sulla posizione acquisita, tanto da far si che il pendolo mentale oscilli solo sul piano incosciente. Qualsiasi individuo che possegga un qualunque grado di conoscenza delle discipline ermetiche, compie più o meno consapevolmente quanto sopra esposto, applicando la legge di neutralizzazione ogni volta che non si lascia influenzare dal proprio temperamento o stato mentale. Naturalmente, un maestro ha capacità assai superiori, per quel che concerne l’applicazione di questa legge, e, grazie alla forza di volontà di cui è capace, raggiunge uno stadio di equilibrio e serenità mentale, quasi inconcepibile per quelli che invece, sono in continua balia del pendolo mentale dei sentimenti, degli stati d’animo, delle passioni. L’enorme importanza di questo procedimento, è ben visibile a chiunque sia a conoscenza della varietà contraddittoria dei sentimenti e dell’effimera padronanza di se che hanno la maggior parte degli uomini. Basta analizzare un attimo la questione, per rendersi conto dell’influenza che le oscillazioni ritmiche hanno esercitato nella nostra vita: non è forse vero che a periodi di grande coraggio sono corrisposti altri pieni di timori, o che a un momento di grande entusiasmo sia poi subentrato un senso di scoraggiamento? La maggior parte di noi però, non sospetta minimamente la vera causa di tutto ciò; quindi, imparare ad adoperare questo principio, significa controllare le oscillazioni ritmiche di sentimento e di conseguenza, miglior conoscenza di se, e maggior resistenza al pericolo di essere travolti da questi flussi e riflussi. Infatti, malgrado il principio non possa essere distrutto, può però essere neutralizzato dalla volontà, che è superiore alle sue manifestazioni coscienti; se ne riesce dunque a sfuggire gli effetti, ma il principio rimane attivo; il pendolo oscilla sempre, che ne siamo o meno trasportati. Naturalmente esistono altre spiegazioni del principio stesso, come la « legge di compensazione », cui fa riferimento il Kybalion quando giunge al postulato: « la misura dell’oscillazione di destra è la misura di quella di sinistra; il ritmo si compensa ». La legge è valida in quanto l’oscillazione verso un polo, è causa di un’altra uguale e contraria, nella direzione opposta. L’una bilancia l’altra. Esempi di questa legge, sul piano fisico, sono stati ben semplificati da Archimede nella sua legge del pendolo. Così, le stagioni o le maree seguono questa regola, e lo stesso avviene per ogni fenomeno del ritmo. Un pendolo che oscilli per un certo tratto a destra, compirà un’oscillazione equivalente a sinistra, nello stesso tempo; se si lancia un oggetto verso l’alto questi dovrà compiere un pari tragitto per tornare a terra. La forza che ha un proiettile che cada a terra, è uguale a quella di andata, ecc.. Ma gli ermetisti vanno molto più in là nell’applicazione di questa legge: essi dicono che è operante anche negli stati mentali umani. L’uomo che prova grandi piaceri, è anche soggetto a tristi sofferenze, mentre chi è poco sensibile al dolore, lo sarà altrettanto poco per la gioia. Anche i porci, se soffrono poco a causa del ridotto livello intellettivo, non si può però dire che godano molto; come, d’altra parte, alcuni animali che sono capaci di grande godimento, sono altrettanto soggetti, per la loro indole, particolarmente nervosa, ad alte punte di dolore. Stesso discorso può farsi per l’uomo; ci sono temperamenti poco portati alla gioia, e parimenti poco sofferenti; altri capaci invece, della più grande felicità, come del più immenso sconforto. Di solito, in ogni essere, piacere e dolore si bilanciano, dando piena azione alla legge di compensazione. Ma, ancora, gli ermetisti vanno oltre. Ci dicono che, per provare un certo piacere, bisogna prima aver conosciuto, proporzionalmente, anche l’altro polo. Ma quel che c’è di più saliente nella loro interpretazione, è il fatto che il negativo segua il positivo, e non viceversa; cioè, provare un certo piacere non comporta un subitaneo, corrispondente dolore; ma al contrario, nella legge di compensazione, il piacere «segue» un grado di dolore già passato, o in questa vita, o in precedenti incarnazioni. Il che apre una nuova dimensione sul concetto di dolore. Se non esistesse la reincarnazione, l’oscillazione ritmica non potrebbe esistere, dato che è incessante; quindi per gli ermetici, il susseguirsi di più individui forma parte di un’unica vita. Per sfuggire all’oscillazione verso il dolore, essi ci dicono, bisogna applicare quel processo di neutralizzazione, innalzandosi ad un piano più alto dell’io, sottraendosi a gran parte delle tristi esperienze di quelli che restano sui piani più bassi. Noi vediamo che questa legge del compenso, opera in tutto l’arco di vita dell’uomo; normalmente, ognuno paga il prezzo di quel che ha o non ha (non si può avere contemporaneamente il denaro e la torta): ogni cosa piacevole ha un rovescio; quel che uno raggiunge un’altro lo perde, i ricchi hanno la maggior parte di quello che manca ai poveri, mentre questi hanno, a volte, cose che i ricchi non possono comprare. Un miliardario, grazie ai suoi averi, se ha tendenza verso le soddisfazioni materiali, può procurarsi i cibi più prelibati, ma può anche avere dei disturbi epatici tali da impedirgli di goderne e... da fargli invidiare l’appetito e la buona capacità digestiva con cui l’operaio, con grande piacere, prende il suo misero pasto. E così vale per ogni altra cosa nella vita. Ovunque funziona la legge di compensazione, cercando di ristabilire sempre il primitivo equilibrio, anche se spesso occorrono parecchie vite perché riesca nell’intento.

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