Stanza I

1) La Genitrice Eterna, raccolta nelle sue vesti invisibili eternamente, era rimasta sopita ancora una volta per sette eternità
2) Il Tempo non era, poiché giaceva dormiente nel seno infinito della Durata.
3) La Mente Universale non era, poiché non vi erano Ah-Hi per contenerla.
4) Le sette vie della Beatitudine non erano. Non erano le grandi cause del Dolore poiché non vi era alcuno per produrle ed esserne avvinto.
5) Solo le Tenebre riempivano il Tutto illimitato, poiché Padre-Madre e Figlio erano insieme Uno, ed il Figlio non si era ancora risvegliato per la nuova Ruota e per il pellegrinaggio su di essa.
6) I Sette Sublimi Signori e le Sette Verità avevano cessato di essere e l’Universo Figlio della necessità era immerso in Paranishpanna, pronto ad essere esalato da ciò che è eppure non è. Nulla esisteva.
7) Erano state anche abolite le Cause dell’Esistenza: il visibile che fu e l’invisibile che è riposavano nell’eterno Non-Essere. Essere Unico.
8) Sola, l’unica forma di Esistenza si estendeva nel Sonno senza Sogni; e la vita pulsava inconsapevole nello spazio universale, attraverso quella Onnipresenza che è percepita dall’occhio aperto di Dangma.
9) Ma dove era Dangma, quando l’Alaya dell’Universo era Paramartha, e la Grande Ruota era Anupadaka?

Commentario alla Stanza I

1) La Genitrice Eterna, raccolta nelle sue vesti invisibili eternamente, era rimasta sopita ancora una volta per sette eternità Per Genitrice Eterna, vuole essere qui intesa l’Energia Madre, l’Energia Primordiale che sta all'origine di tutte le cause e alla base del procedimento fisico: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. La Genitrice Eterna è quindi quella costante d’Energia che sta all’origine d'ogni manifestazione, quindi anche di quella che ha dato inizio alla formazione dell’Universo. Quest’ultimo, anche secondo le più recenti teorie, è visto come una fluttuazione, un'anomalia di questa costante. Nella figura sottostante le successive formazioni degli universi sono rappresentate da onde cicliche che traggono la loro origine da una costante ed eterna base energetica generatrice, giacente sull’asse delle x rappresentante la durata. Fra queste vi sono punti in cui lo spazio ed il tempo sono uguali a zero. Sull’asse delle Y sarà invece indicata l’espansione nello spazio. Questo è un momento di transizione tra due universi, dove l’Universo precedente aveva cessato d'esistere e dove quello successivo doveva ancora pervenire alla sua prima manifestazione. Le sue “vesti” sono invisibili poiché, dovendo ancora pervenire alla manifestazione, non era rilevabile in alcun modo, in quanto questa era ancora inespressa nel piano fenomenico. Questa manifestazione sarà guidata da quell’energia che, stando dietro tutte le cause, rimane comunque e sempre impercepibile ed inconoscibile da qualsiasi mezzo fisico. La durata della “immanifestazione” è stata enormemente lunga: “sette eternità” (corrispondenti ai sette giorni della “creazione” descritti nel Genesi). Secondo la dottrina Induista (le “Isopanisad”), le "sette eternità" sono i sette periodi nei quali è divisa l’esistenza dell’Universo e sono pari a 311.040.000.000.000 d'anni. E’ in ogni caso un periodo enorme (su scala umana), pari al successivo tempo della manifestazione. Con “ancora una volta” s'intende che questa non era la prima volta né sarà l’ultima in cui avvenne ciò. E’ solo uno degli infiniti periodi ciclici d’esistenza dell’Universo, ciò che nelle moderne teorie è chiamato “Universo pulsante” o inflazionario. Dalla teoria sopra citata dal Testo (con “ancora una volta”), si potrebbe dedurre che ad un periodo di manifestazione dell'Universo ne corrisponda uno uguale di "immanifestazione", per cui il grafico sarebbe, in questo caso, il seguente: Per cui, la fine del nostro Universo, darebbe impulso alla formazione di un "antiuniverso” che si manifesterebbe in un modo ed in una dimensione similare ma contrapposta. Quest'ipotesi richiamerebbe la teoria della materia scomparsa nei buchi neri, in cui s'ipotizza che questi siano di collegamento tra la nostra ed altre dimensioni.
2) Il Tempo non era, poiché giaceva dormiente nel seno infinito della Durata. In accordo con le più moderne teorie sulla nascita dell’Universo il Tempo ancora non esisteva, in quanto esso è una parte inscindibile dello spazio, ed è legato alle leggi della materia che in esso si manifesta. Non esisteva il Tempo quale scorrere d’eventi, ma v'era altresì la Durata, della quale esso ne è una temporanea manifestazione e la Durata è un Tempo infinito. Il Tempo esiste solo
in quanto facente parte della manifestazione. Esso, infatti, non è una costante nell’Universo, ma dipende, come ci è stato dimostrato prima dalla fisica e poi da Einstein, dallo Spazio e dalla Velocità (ossia dalla quantità di moto di un corpo nello spazio). Non essendoci all’inizio dell’Universo spazio, e non avendo ancora esso iniziato il suo movimento d'espansione, non v'era neanche velocità, ossia moto nello spazio. Non poteva quindi neanche esservi il Tempo. Se: S/V = T, essendo i primi due termini (Spazio e Velocità) uguali a zero, sarà zero anche T (il Tempo).
3) La Mente Universale non era, poiché non vi erano Ah-Hi per contenerla. La Mente Universale è il Pensiero che sta alla base della manifestazione (questo concetto sarà maggiormente approfondito nella seconda Stanza). Ogni manifestazione, materiale o non, esiste in quanto espressione di un'energia. Perché quest'energia possa giungere a manifestazione ha bisogno di una forma (materiale o non) mediante la quale manifestarsi. Gli Ah-Hi sono i contenitori, i mezzi attraverso i quali quest'energia ha la possibilità di manifestarsi in modo fenomenico. Essi possono essere assimilati agli esseri spirituali che guideranno le energie durante la loro discesa a formare la materia. Ma, essendo essi stessi prodotto e derivazione della prima manifestazione, non potevano ancora esistere in quanto anche questa era ancora immanifesta.
4) Le sette vie della Beatitudine non erano. Non erano le grandi cause del Dolore poiché non vi era alcuno per produrle ed esserne avvinto. Non vi sono né vi possono ancora essere le leggi karmiche di causa-effetto, in quanto non vi è alcuna mente in grado di produrre cause nel mondo manifesto e quindi non vi possono ancora essere gli effetti. Come si vedrà nelle successive parti del Commento, le cause che genereranno le forme sono da ricercare in esseri spirituali che guidano l’Energia a plasmare i corpi fisici. Le “sette vie della Beatitudine” potrebbero riferirsi ai sette piani di consapevolezza che la dottrina Induista indica come i “sette livelli d'elevazione spirituale” necessari per raggiungere i piani di coscienza superiori. Ma essendo ancora tutto “Uno”, non essendosi ancora la Matrice Prima scissa e differenziata non vi può essere alcuna distinzione fra piani o livelli evolutivi, siano essi energetici, spirituali o materiali.
5) Solo le Tenebre riempivano il Tutto illimitato, poiché Padre-Madre e Figlio erano insieme Uno, ed il Figlio non si era ancora risvegliato per la nuova Ruota e per il pellegrinaggio su di essa. La luce doveva ancora nascere dalle tenebre. Secondo le ultime teorie cosmologiche i primi trecentomila anni l’Universo li ha “vissuti” nel buio. Il buio da cui dovrà nascere la luce e che allora riempiva un tutto illimitato in quanto privo di spazio e di tempo. Tutto era unito in un Unico Indifferenziato. Padre-Madre vogliono indicare le due energie complementari e contrapposte mediante le quali s'attua qualsiasi generazione e manifestazione. Il figlio è il parto di queste due forze, quindi il prodotto differenziato: l’Universo manifesto nelle sue componenti visibili ed invisibili, percepibili ed impercepibili, grazie alle quali l’Universo può evolvere attraverso un continuo cambiamento. La nuova Ruota è il nuovo ciclo d'esistenza dell’Universo ed il pellegrinaggio del Figlio è il percorso evolutivo della manifestazione durante questo periodo.
6) I Sette Sublimi Signori e le Sette Verità avevano cessato di essere e l’Universo Figlio della necessità era immerso in Paranishpanna, pronto ad essere esalato da ciò che è eppure non è. Nulla esisteva. In questa Shloka viene dato uno sguardo retrospettivo alla situazione finale dell’Universo che ci aveva preceduto. Paranishpanna, secondo la dottrina Induista, è lo stato di
perfezione assoluta alla quale si arriva dopo un lungo periodo d’attività (Mahanvantara). Lo stato di perfetta quiete al quale era giunto l’Universo dopo il suo precedente periodo d’attività e che quindi presuppone l’esistenza di un altro Universo che ha preceduto quello attuale. I Sette Sublimi Signori, si allacciano concettualmente alla dottrina Induista, secondo la quale vi sono sette spiriti creatori (i sette arcangeli della teologia cristiana), dai quali procede la formazione dell’Universo. Ognuno di essi guida sette piani spiritua li di coscienza e manifestazione e ad ognuno di questi piani appartiene una legge rivelata che viene data all’uomo da un grande iniziato. L’evoluzione della Razza si svolgerebbe durante sette cicli (o Ronde) e ad ognuna di queste apparterrebbe un illuminato. Tutto questo giaceva ancora in uno stato non-manifesto, il non-percepibile nel quale erano insite potenzialmente tutte le cause di ciò che esisterà. “Ciò che è” in quanto è sempre esistito e sempre esisterà, ossia l’energia onnipresente e onnipervadente che sta alla base della legge fisica “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (una legge che deve seguire anche l’Universo). “Eppure non è” in quanto non ancora giunto alla sua manifestazione. Nulla esisteva, sia dell’Universo come adesso lo percepiamo, sia delle cause che ne hanno provocato la manifestazione.
7) Erano state anche abolite le Cause dell’Esistenza: il visibile che fu e l’invisibile che è riposavano nell’eterno Non-Essere. Essere Unico. Viene qui ribadito e meglio specificato il concetto appena esposto. Le cause che avevano determinato la precedente esistenza non vi sono più. Ciò che prima era visibile (il precedente Universo), è adesso invisibile, raccolto in un Non-Essere (l’iniziale Unità Fondamentale dell’Universo) nel quale sono insite tutte le potenziali cause della successiva manifestazione.
8) Sola, l’unica forma di Esistenza si estendeva nel Sonno senza Sogni; e la vita pulsava inconsapevole nello spazio universale, attraverso quella Onnipresenza che è percepita dall’occhio aperto di Dangma. Quella descritta finora era l’unica forma nella quale l’Universo esisteva. Illimitata, in quanto contenuta quella descritta finora era l’unica forma nella quale l’Universo esisteva. Illimitata, in quanto contenuta in un non-spazio. Infinita in quanto contenuta in un nontempo. Il sonno indica lo stato di non manifestazione. Senza sogni si riferisce al mondo materiale il quale, come verrà approfondito in seguito è “Maya” un’illusione della mente, quindi non esistendo ancora la mente, non può esistere l’illusione, ovvero il mondo fisico. Ciò nonostante in quest’unità primordiale era insito il germe della vita, pronto a manifestarsi, inconsapevole in quanto non ancora giunto ad esternarsi in modo fenomenico e manifesto. Era presente questo germe di vita, nella Onnipresente Unità Generatrice, che alcuni dei mistici più avanzati possono percepire quando, attraverso l’illuminazione alla quale arrivano dopo la meditazione, giungono in contatto con i più elevati piani di coscienza.
9) Ma dove era Dangma, quando l’Alaya dell’Universo era Paramartha, e la Grande Ruota era Anupadaka? Ci si pone qui la domanda dove fosse questo stato superiore di coscienza (Dangma) quando l’anima dell’Universo (Alaya), ossia l’energia vitale che sta alla base d’ogni manifestazione, era ancora in stato di coscienza immanifesta (Paramartha), e il ciclo dell’Universo (Grande Ruota) non aveva ancora chi lo potesse generare (Anupadaka = senza genitori).

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