Stanza II A

1) La Ruota girò ancora durante trenta crore e costruì delle Rûpa; delle Pietre tenere che indurivano, delle piante dure che si ammorbidivano. Il visibile uscì dall’invisibile; gli insetti e le piccole Vite. Essa li scosse dal suo dorso ogni volta che essi sopravanzarono la Madre... Dopo trenta crore, ella si girò. Giaceva sul dorso, sul fianco... Non voleva chiamare nessun Figlio della Saggezza. Generò dal proprio Seno. Ella diede vita agli Uomini Acquatici, terribili e cattivi.
2) Gli Uomini Acquatici, terribili e cattivi, furono creati con i resti degli altri. Ella li formò con la scoria e con la melma del suo Primo, Secondo e Terzo. I Dhyâni vennero dal risplendente Padre- Madre delle Regioni Bianche, dalla dimora dei Mortali-Immortali.
3) Essi furono malcontenti. “La nostra carne è assente. Nessun Rûpa conveniente ai nostri fratelli della Quinta. Nessuna Dimora per le Vite. Esse devono abbeverarsi di Acque pure e non di acque torbide. Dissecchiamole”.
4) Le fiamme vennero. I Fuochi con le Scintille. I Fuochi Notturni ed i Fuochi Diurni. Essi disseccarono le acque torbide e scure. Con il loro calore le estinsero. I Lhas dall’alto, i Lhamayin del Basso, vennero. Sgozzarono le forme che erano a doppia e quadrupla faccia. 
 Combatterono gli Uomini-Capra, gli Uomini dalla testa di Cane, e quelli con il corpo di Pesce.
5) L’Acqua-Madre; il Grande Mare pianse. Essa si sollevò, sparì nella Luna, che l’aveva sollevata, che le aveva dato vita.

6) Quando essi furono distrutti, la Terrra-Madre restò nuda e chiese di essere disseccata.

Commentario alla Stanza II

1. La Ruota girò ancora durante trenta crore e costruì delle Rûpa; delle Pietre tenere che indurivano, delle piante dure che si ammorbidivano. Il visibile uscì dall’invisibile; gli insetti e le piccole Vite. Essa li scosse dal suo dorso ogni volta che essi sopravanzarono la Madre... Dopo trenta crore, ella si girò. Giaceva sul dorso, sul fianco... Non voleva chiamare nessun Figlio della Saggezza. Generò dal proprio Seno. Ella diede vita agli Uomini Acquatici, terribili e cattivi. La Terra continuò ancora a girare nella sua orbita intorno al Sole. Dopo 300.000.000 d'anni (trenta crore) cominciarono a formarsi i primi corpi solidi sulla superficie. Dal livello energetico del piano astrale cominciò ad aver luogo il processo di discesa dell’energia in materia: la vita cominciava a prendere forma. Insetti e piccoli animali cominciarono a popolare la superficie, ma le specie non erano in equilibrio biodinamico tra loro, per questo alcune cominciarono a sopravanzarne altre. Ciò causò degli squilibri nel primordiale ecosistema della Terra così che la natura, per ripristinare il suo perduto equilibrio causò quelle che, probabilmente, furono le prime estinzioni di massa. Trecento milioni d'anni, è anche il lasso di tempo calcolato dalla scienza, affinché dalla nebulosa primordiale cominciasse a formarsi la materia solida. Durante i seguenti 300.000.000 d'anni la Terra cambiò più volte l’inclinazione del suo asse. I cambiamenti climatici che seguirono portarono spontaneamente le sostanze primordiali costituenti il primordiale ecosistema della Terra ad aggregarsi per formare successive primitive forme di vita, generate spontaneamente dalla Terra stessa e senza alcun intervento esterno. Senza alcuna Guida spirituale superiore le forme di vita che nacquero furono spontanee e quindi forme che non avevano in loro alcuna scintilla divina. Dei resti fossili testimonianti la loro esistenza nulla a tutt’oggi è stato trovato. Si tratta di, attualmente sconosciuti dalla scienza moderna, uomini acquatici, forse gli stessi tramandati dalla mitologia sumera con il nome di Dagon o forse gli esseri anfibi venuti da Sirio che popolano la mitologia della popolazione africana dei Dogon. Parziale conferma alla loro esistenza ci potrebbe essere data da recenti ricerche archeologiche in Sierra Leone. Qui, infatti, sotto degli strati alluvionali sono state trovate delle statuette d'ottima fattura rappresentanti degli esseri umanoidi provvisti di squame. L'analisi dello strato geologico in cui sono state trovate gli darebbe una datazione di circa 10 - 12.000 anni 1.
2. Gli Uomini Acquatici, terribili e cattivi, furono creati con i resti degli altri. Ella li formò con la scoria e con la melma del suo Primo, Secondo e Terzo. I Dhyâni vennero dal risplendente Padre-Madre delle Regioni Bianche, dalla dimora dei Mortali-Immortali. L'origine degli Uomini-Acquatici è da ricercarsi, come anche specificato nella Shloka precedente, nell’evoluzione spontanea delle sostanze che avevano costituito le prime tre ere geologiche della Terra. Quanto viene narrato adesso sconvolge, più di quanto fatto finora, ogni teoria, più o meno ufficiale, sia stata fatta finora sull’origine della vita sulla Terra e dell’uomo in particolare. Sembra, infatti, che, a questo punto, la crescita della vita abbia ricevuto uno stimolo esogeno ad opera d'esseri extraterrestri che hanno guidato in passato il suo sviluppo. I Dhyâni, secondo la tradizione Induista, sono esseri di luce (dèi planetari e solari) e le Regioni Bianche sono con ogni probabilità la Via Lattea, spettacolo che doveva essere consueto nelle chiare e limpide notti dell’antichità. Discesero quindi da ignote zone della Via Lattea degli esseri extraterrestri, definiti Mortali-Immortali in quanto scambiati per degli dèi dagli uomini che vivevano agli albori dell’umanità.
3. Essi furono malcontenti. “La nostra carne è assente. Nessun Rûpa conveniente ai nostri fratelli della Quinta. Nessuna Dimora per le Vite. Esse devono abbeverarsi di Acque pure e non di acque torbide. Dissecchiamole”. Aquanto pare decisero, per un’etica a noi del tutto ignota, d'intervenire nel processo evolutivo delle specie terrestri e dell’uomo in particolare. Per quanto sia possibile dedurre dal Testo, cercarono di formare dei corpi che potessero accogliere un'intelligenza superiore, evidentemente necessaria all’evoluzione nella Quinta Razza Madre (la nostra attuale). Questo non era possibile ai rozzi corpi che allora dimoravano sulla Terra, generati da essa spontaneamente e senza alcuna guida superiore. L’energia vitale, la ragione e l’intelligenza non potevano trovare insieme dimora idonea in quei corpi: per questo era necessario un mezzo più adatto e, in un certo senso, più puro (acque pure e non acque torbide). Decisero così d'eliminare quelle forme di vita dalla faccia della Terra, in quanto, come spiegato in precedenza, ogni tipo d'energia si manifesta attraverso il mezzo e l'ambiente che più gli è compatibile e questi corpi non erano ancora idonei a ricevere la “scintilla”.
4. Le fiamme vennero. I Fuochi con le Scintille. I Fuochi Notturni ed i Fuochi Diurni. Essi disseccarono le acque torbide e scure. Con il loro calore le estinsero. I Lhas dall’alto, i Lhamayin del Basso, vennero. Sgozzarono le forme che erano a doppia e quadrupla faccia. Combatterono gli Uomini-Capra, gli Uomini dalla testa di Cane, e quelli con il corpo di Pesce. Le numerose, e a noi oggi sconosciute, forme di vita che popolarono i primordi del nostro pianeta furono del tutto eliminate. La superficie del pianeta fu “purificata” tramite irradiazione termica (i fuochi ed il calore). Così la radianza dall’alto e le forze scatenate della natura (i Lhamayin) dal basso, ripulirono completamente la superficie della Terra. Forse ci si riferisce ad un antico cataclisma che ha sconvolto il pianeta a seguito di un qualche bombardamento meteorico al quale la Terra, all’inizio della sua storia, era maggiormente soggetta. Tutte le forme di vita qui descritte e che furono estinte sono, probabilmente, gli esseri fantastici da cui trassero spunto le antiche mitologie: centauri, fauni, sirene, chimere, ecc. 
5. L’Acqua-Madre; il Grande Mare pianse. Essa si sollevò, sparì nella Luna, che l’aveva sollevata, che le aveva dato vita.
6. Quando essi furono distrutti, la Terra-Madre restò nuda e chiese di essere disseccata. L'Acqua Madre, il Grande Mare, è probabilmente la Tetide. Gli sconvolgimenti geologici provocarono enormi ondate di marea che spazzarono tutta la superficie. Alla fine di questo primordiale Diluvio la Terra rimase nuovamente senza vita. La superficie, spogliata di tutte le sue forme di vita, attese d'essere nuovamente asciutta per poter di nuovo ricevere il seme della vita.

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