Stanza IV

1) Ascoltate, figli della terra i vostri istruttori, figli del fuoco. Imparate che non vi è né primo né ultimo poiché tutto è un numero emerso dal non numero.
2) Imparate ciò che noi, discendenti dai Sette primordiali, nati dalla fiamma primordiale abbiamo imparato dai nostri padri.
3) Dal fulgore della luce, raggio dell’eterna tenebra, balzarono nello spazio le energie risvegliate: l’UNO dall’Uovo, i SEI ed i CINQUE. Quindi i TRE, l’UNO, i QUATTRO, l’UNO, i CINQUE-DUE VOLTE SETTE LA SOMMA TOTALE. E questi sono le essenze, le fiamme, gli elementi, i costruttori, i numeri, gli Arûpa, i Rûpa e la forza o uomo divino, somma totale. E dall’uomo divino emanarono le forme, le scintille, gli animali sacri e i messaggeri dei padri sacri entro i quattro Santi.
4) Questo era l’Esercito della Voce, la Divina Madre dei Sette. Le scintille dei sette sono sottoposte e serventi del primo, del secondo, del terzo, del quarto, del quinto, del sesto e del settimo dei sette. Queste sono chiamate sfere, triangoli, cubi, linee e modellatori; perché così sta l’eterno Nidana, l’Oi-Ha-Hou.
5) L’Oi-Ha-Hou che è tenebra, l’illimitato o il non numero, Adi-Nidana, Svâbhâvat, il cerchio:
a) L’Adi-Sanat, il numero, poiché egli è uno.
b) La voce della parola, Svâbhâvat, i numeri, poiché egli è uno e nove.
c) Il quadrato senza forma.
E questi tre racchiusi dentro il cerchio, sono i sacri quattro e i dieci sono l’Universo Arûpa. Indi vengono i figli, i sette combattenti, l’uno, l’ottavo lasciato fuori e il suo alito che è il fattore della luce.
6) Poi i secondi sette che sono i Lipika prodotti dai tre. Il figlio reietto è uno. I figli-Soli sono numerosissimi.

Commentario alla Stanza IV

In questa Stanza vengono descritte le Entità Spirituali che presiedono al generarsi della materia. Questa spiegazione viene data tramite un ipotetico discorso fatto da queste entità all’uomo.
1) Ascoltate, figli della terra i vostri istruttori, figli del fuoco. Imparate che non vi è né primo né ultimo poiché tutto è un numero emerso dal non numero. Per “non-numero” si intende tutto ciò che è indiviso, quindi l’unitarietà primordiale dalla quale tutto deriva. Dare un numero a qualcosa vuol dire quantificarlo, classificarlo e quindi limitarlo. In questo caso è una limitatezza che è insita alla materialità oggettiva espressa. Il mondo fenomenico, limitato spazio temporalmente, si evolve durante un processo infinito di nascita, crescita, morte e rigenerazione, per cui non vi può essere né primo né ultimo, in quanto ogni cosa è causa e ad un tempo effetto. Le entità che “parlano” sono dette “figli del fuoco” in quanto generati da quell’energia che sta alla base di tutte le cause, anche dell’Universo.
2) Imparate ciò che noi, discendenti dai Sette primordiali, nati dalla fiamma primordiale abbiamo imparato dai nostri padri. Questa Shloka ha bisogno di ben pochi commenti. Prosegue l’ipotetico discorso tra l’uomo e queste entità superiori, discendenti dei sette, che gli stanno insegnando come queste energie si siano manifestate e causino a loro volta la manifestazione dell’Universo.
3) Dal fulgore della luce, raggio dell’eterna tenebra, balzarono nello spazio le energie risvegliate: l’Uno dall’Uovo, i Sei ed i Cinque. Quindi i Tre, l’Uno, i Quattro, l’Uno, I Cinque-Due Volte Sette la Somma Totale. E questi sono le essenze, le fiamme, gli elementi, i costruttori, i numeri, gli Arûpa, i Rûpa e la forza o uomo divino, somma totale. E dall’uomo divino emanarono le forme, le scintille, gli animali sacri e i messaggeri dei padri sacri entro i quattro Santi. Nascono da questa esplosione le energie che daranno forma e vita all’Universo. Le stesse energie che avevano generato l’Universo precedente e che erano rimaste immanifeste, dormienti, nelle tenebre tra le due manifestazioni. L’Uovo è il contenitore, ove queste energie erano rimaste racchiuse per le sette eternità. Da qui nascerà la prima manifestazione di energia, quella che a sua volta genererà tutto il visibile e l’invisibile: l’energia prima indifferenziata, il punto ove non vi era ancora né tempo né spazio. Come questa energia comincia a manifestarsi dà luogo alla struttura del tempo e dello spazio: i sei e i cinque. Sei rappresenta lo spazio, in quanto in esso sono presenti le sei direzioni dello spazio tridimensionale (le assi x e y e z del piano cartesiano. Quando nasce il tempo (il cinque) non vi è più il punto di origine degli eventi, in quanto tutto ciò che esiste nello spazio scorre nel tempo.
Nascono quindi le tre forze, già menzionate alla Shloka 4 della Stanza II, che comunque possono generare solo se reciprocamente unite. E’ il concetto dell’unità nella trinità. Dalle tre forze viene generata la materia (... il tre che cade nel quattro...) che, a sua volta, appare come un unico inscindibile. Ogni manifestazione materiale si manifesta come unità. E’ così che ogni pianeta, corpo celeste o materiale, pur essendo composto da molteplici elementi ed essendo interessato da un interazione di molteplici energie, può essere visto e considerato come una singola e delimitabile unità. Con “i cinque due volte sette la somma totale” si vuole probabilmente significare tutto ciò che si è manifestato alla fine di questa serie di processi. La somma totale è data dalla somma di tutti i livelli e i sette sottolivelli per ognuno dei sette livelli. Cinque due volte sette dà come somma settanta che è dato dai sette livelli moltiplicati per le dieci Sephirot di appartenenza (vedi di seguito la tabella inserita alla Stanza V Shloka 6, ove se ne dà una spiegazione più completa). E’ da queste energie che verranno a loro volta generate tutte le energie ed i corpi che costituiranno la totalità dell’Universo.
4) Questo era l’Esercito della Voce, la Divina Madre dei Sette. Le scintille dei sette sono sottoposte e serventi del primo, del secondo, del terzo, del quarto, del quinto, del sesto e del settimo dei sette. Queste sono chiamate sfere, triangoli, cubi, linee e modellatori; perché così sta l’eterno Nidana, l’Oi-Ha-Hou. Queste erano le sette energie spirituali generate dall’Energia Madre, dette “la Voce” in quanto rappresentante la vibrazione che avrebbe generato il movimento nella materia, causandone l’evoluzione e la formazione. E’ quell’energia che, dalla religione occidentale (Vangelo secondo S. Giovanni: 1-1), è definita “il Verbo”. Anche se in effetti non vi poteva essere suono che potesse essere udito, fa qui la sua apparizione ciò che non vi era alla Stanza II Shloka 2. Ognuno dei sette generò un diverso tipo di energie. Le figure elencate stanno ad indicare che le leggi che governano e modellano la natura si esprimono in un equilibrio geometrico. Questo è il risultato della legge di causa-effetto, per la quale ogni fenomeno deriva da una causa e produce un effetto. E’ questa la ruota o anello che unisce reciprocamente tutto l’esistente: il Nidana. Quindi per “eterno Nidana” si intende il cerchio infinito, ciò che eternamente mantiene la sua cadenza ciclica.
5) L’Oi-Ha-Hou che è tenebra, l’illimitato o il non numero, Adi-Nidana, Svâbhâvat, il cerchio:
a) L’Adi-Sanat, il numero, poiché egli è uno.
b) La voce della parola, Svâbhâvat, i numeri, poiché egli è uno e nove.
c) Il quadrato senza forma.
E questi tre racchiusi dentro il cerchio, sono i sacri quattro e i dieci sono l’Universo Arûpa. Indi vengono i figli, i sette combattenti, l’uno, l’ottavo lasciato fuori e il suo alito che è il fattore della luce. Sono le due espressioni dell’Universo. L’una (Oi-ha-hou), eterno ciclo ricorrente da cui tutto è generato: la Tenebra eterna dalla quale nasce la luce. L’unione indefinita ed indefinibile da cui Tutto nasce. E’ il “non-numero” descritto in precedenza alla prima Shloka. L’altra (Adi-Nidana-Svâbhâvat) si potrebbe tradurre letteralmente come: “il primo anello della materia indifferenziata”. Sarebbe quindi la prima causa che ha generato il procedimento ciclico che sta alla base dell’evoluzione della materia. L’eterno ed infinito rappresentato dal cerchio. Queste due forze, energie od essenze, sono riunite a generare tre tipologie generative, differenziate ma complementari e consequenziali.
a) Adi Sanat: è Colui che viene chiamato “l’Antico dei Giorni”. L’Uno generante, il Numero generatore. La Forza Prima, Causa di tutte le cause da cui prendono forma tutti gli aspetti differenziati che costituiscono l’Universo. E’ detto “Uno” o “il Numero”, poiché è la prima causa della differenziazione, raccoglitore e generatore del tutto.
b) Svâbhâvat: è il risultato del Primo quando questi ha cominciato a differenziarsi. E’ ciò che darà origine alla materia pur non essendo ancora materia non è neanche più energia. Si potrebbe dire che, mentre Adi Sanat è energia indifferenziata, Svâbhâvat è materia indifferenziata. E’ uno e nove perché in esso è racchiuso sia l’ente generante (il Primo Numero) che le manifestazioni successive (i numeri successivi fino al nove). Solo fino al nove in quanto è da questi numeri che sono generati tutti gli altri. Il dieci, formato dall’uno e dallo zero, è il completamento della sequenza, inizio di una nuova serie o generazione, quindi non facente parte della serie (come lo zero che è il non generato).
c) Il quadrato senza forma sta a rappresentare la caduta dell’energia nella materia, anche se non ancora distinta in forme specifiche e differenziate. Questi tre aspetti dell’Universo appena descritti, rappresentano ciò che sta dentro al cerchio, ossia quello che sta alla base degli infiniti cicli della manifestazione. Sono questi che, unendosi, formano la materia entrando nel “quattro” che, come visto in precedenza è il numero che indica la materia. Sacri quattro in quanto quest’ultima, come anche ripreso più tardi dagli alchimisti, è formata da quattro elementi: acqua, aria terra e fuoco. Ovvero, se volessimo vederla in termini più attuali, è presente in quattro stati: fluido, gassoso, solido e lo stato di calore o energia, che agisce come catalizzatore tra i tre, provocandone la manifestazione attraverso il mutamento. I dieci dell’Universo Arûpa (senza corpo), potrebbero stare a rappresentare i dieci piani di manifestazione dell’energia dell’Universo, piani rappresentati, più tardivamente, nell’albero sephirotico kabbalistico. Secondo la Kabbala ebraica l’Universo è diviso in dieci piani di energia, dal più basso (rappresentante il mondo fisico nel quale viviamo), al più alto (rappresentante la sommità di elevazione spirituale che è in diretta sintonia con il Pensiero divino). Questi dieci livelli sono nell’ordine: Malkhut, Yesod, Hod, Netzah, Tipheret, Chesed, Geburah, Binà, Chokma e Keter. Sono questi i dieci piani attraverso e mediante i quali bisogna crescere spiritualmente per elevarsi fino ai più alti livelli di coscienza, raggiungendo infine la comunione con l’Assoluto. Sono comunque dei piani di energia, ad ognuno dei quali corrisponde uno specifico piano dimensionale. Noi adesso esistiamo nel piano della materia (Malkhut) e sottostiamo a tutte le leggi che lo governano. Dopo di ciò vengono generati i sette centri di energia e di coscienza (quelli dai quali deriveranno i Chakras), detti combattenti in quanto è solo grazie a loro che possiamo elevarci spiritualmente, combattendo i legami che ci avvincono alla materia. All’esterno di questo settenario vi è il centro di luce e coscienza divina cui aspira l’evoluzione.
6) Poi i secondi sette che sono i Lipika prodotti dai tre. Il figlio reietto è uno. I figli-Soli sono numerosissimi. I Lipika sono, letteralmente, gli scribi. Essi sono forze spirituali (o se si vuole energie) facenti parti del piano dell’Akasha. L’Akasha è il livello energetico sul quale è costruito lo spazio-tempo. L’Akasha è la tela, lo spazio-tempo è il telaio sul quale è montata. In essa rimangono impressi tutti gli avvenimenti del mondo fenomenico, come se fossero registrati su di un invisibile pista magnetica. Facendo un paragone è come quando, con una moderna apparecchiatura fotografica a raggi infrarossi, fotografiamo il posto dove fino a poco tempo prima era presente una persona. Rilevando l’energia termica dell’individuo, potremmo osservare ancora la traccia della sua presenza, impressionata sulla lastra fotografica, anche se l’evento è trascorso. Ma tutto nell’Universo emette energia e tutto quindi lascia una sua traccia. E’ questa traccia che viene registrata nel piano dell’Akasha. I Lipika quindi sono quelle energie che agiscono su questo piano, provocando l’evento appena descritto. Siccome le modificazioni ed i percorsi energetici sono generati nel mondo fenomenico (rappresentato dal quattro), ecco come questi siano il risultato dei tre (il tre che cade nel quattro già menzionato in precedenza). Con “i figli-Soli” si potrebbero veder rappresentate le innumerevoli stelle costituenti l’Universo che derivano tutte da un’unica fonte (il figlio reietto), alla quale dovranno ripervenire al termine del ciclo.

Nessun commento:

Posta un commento