1) Così due per due
nelle sette Zone, la Terza Razza diede alla Quarta; i Suras divennero Asuras.
2) La Prima in ogni Zona
fu del colore della Luna. La Seconda Gialla come oro; la Terza Rossa. La Quarta bruna, che
divenne nera col peccato. I primi sette rampolli umani ebbero tutti
la medesima tinta. I sette
che seguirono cominciarono a mescolarsi.
3) Allora la Terza e la
Quarta crebbero in orgoglio. “Noi siamo i re; noi siamo gli dei”.
4) Presero delle mogli
piacevoli a vedersi. Donne prese tra coloro che erano sprovvisti di mente, dalle teste strette, e
nacquero dei mostri, cattivi demoni, maschi e femmine, e anche dei Khado, con piccole menti.
5) Costruirono dei templi
per il corpo umano. Adorarono i maschi e le femmine e il Terzo occhio cessò di
funzionare.
Commentario alla Stanza X
1) Così due per due
nelle sette Zone, la Terza Razza diede alla Quarta; i Suras divennero A-suras. Così, accoppiandosi
naturalmente fra maschi e femmine della stessa Razza, attraverso le sette sottorazze (zone)
della Terza progredirono fino alla Quarta Razza Madre. I Sura, secondo la
mitologia Induista, sono degli spiriti benevoli molto potenti nei
quali non vi è dualità tra
bene e male. Questo in quanto agiscono secondo le leggi della natura
e questa non è né buona
né cattiva, ma è solo buono o cattivo il modo che ha l'uomo di
porsi di fronte ad essa e
quindi saranno buone o cattive le conseguenze che ne deriveranno. Il termine A-suras ha la
stessa etimologia del persiano Ahura (da cui Ahura Mazda) in cui sta ad indicare la stessa
divinità che è dispensatrice sia del bene come del male, quindi un'energia duale in cui i
due principi sono entrambi presenti ed in opposizione tra loro. Quindi la frase: "i
Suras divennero A-suras", si potrebbe interpretare nel senso che
le forze del bene e del male,
dapprima indistinguibili tra loro in quanto facenti parte della
stessa unità, si scissero nelle
loro due opposte componenti. Ciò dette all'uomo della
fine della Terza Razza e dell'inizio della Quarta, anch'egli duale, la possibilità di poter
discernere e scegliere fra bene e male. Il libero arbitrio di cui era dotato l'avrebbe fatto
soggiacere alle leggi karmiche permettendogli l'evoluzione.
2) La Prima in ogni Zona
fu del colore della Luna. La Seconda Gialla come oro; la Terza Rossa. La Quarta bruna,
che divenne nera col peccato. I primi sette rampolli umani ebbero tutti la medesima
tinta. I sette che seguirono cominciarono a mescolarsi. In questa Shloka vengono
elencate le ultime quattro sottorazze della Terza Razza Madre. Il colore della Prima
sottorazza fu bianco “Come il colore della Luna”, probabilmente
in quanto ancora formata da
una componente eterica. La Seconda gialla, la Terza rossa e la Quarta nera. Queste sottorazze,
formarono la base dalla quale evolvettero le successive razze che ora popolano la Terra. Le
prime sette sottorazze della Prima Razza si mantennero pure ma, con l'avvento delle Razze
successive si cominciarono ad incrociare, dando origine alle molteplici e differenti
Razze oggi presenti sul pianeta.
3) Allora la Terza e la
Quarta crebbero in orgoglio. “Noi siamo i re; noi siamo gli dei” La terza e la quarta
Razza Madre (la Rossa e la Nera), acquisendo coscienza del sé, immateriandosi dopo
milioni di anni in un corpo fisico, perdono il loro contatto con l'Assoluto e le Sfere
Superiori. Identificandosi con la fisicità, e quindi con una
singolarità oggettiva, persero di
vista il loro contatto con il Tutto e maturarono un'individualità egoista ed accentratrice
del Sé. Il pensare d'essere la Razza eletta ed il centro
dell'Universo, portò l'orgoglio ad
impadronirsi delle loro menti. Agli albori della Quarta
Razza, l’uomo aveva ancora capacità molto diverse, ed in un certo senso superiori, da
quelle attuali. Essendosi da poco distaccato dalla sua unità con la natura, manteneva ancora
una certa capacità mentale di mantenersi in contatto con le sue energie e le sue leggi
potendo, in qualche caso, interferire con esse. Ciò lo portò a
pensare d'avere poteri superiori
e di potersi quindi assimilare agli dei. Queste capacità, unite ad
un egocentrismo sempre più
dominante, lo portarono ad inorgoglirsi, un orgoglio che avrebbe causato lotte
intestine per la supremazia personale, portandolo alla successiva distruzione della Razza. Questa è una limitatezza
di pensiero che, in gran parte, ancora si riscontra nell'umanità attuale e che in passato
ha già portato a guerre e distruzioni per la supremazia dell'Io.
4) Presero delle mogli
piacevoli a vedersi. Donne prese tra coloro che erano sprovvisti di mente, dalle teste
strette, e nacquero dei mostri, cattivi demoni, maschi e femmine, e anche dei Khado, con
piccole menti. Scelsero, fra i
sopravvissuti delle precedenti Razze, delle donne di bell'aspetto con
le quali si accoppiarono. Le
Testestrette, come possiamo ricordare, erano esseri la cui mente non era adatta a contenere
una coscienza superiore. L'incrocio delle due energie, una ancora non evoluta (quella delle
Testestrette) e una in fase d'evoluzione, portò quest'ultima a regredire allo stato
animale da cui stava evolvendo. Fu quindi ancora ripetuto
l’errore che aveva generato le scimmie ma questa volta furono così generate delle
creature d'aspetto semi-umano, ciò che le leggende ed i miti ci tramandano col nome di
demoni. Le loro menti erano
ancora legate all’animalità delle origini, cosa che li fece
apparire "cattivi"
rispetto all'umanità che stava evolvendo. Ciò perché nelle loro
menti non albergava nessuna
coscienza superiore che potesse guidare l'Io per distinguere ciò che
era bene da ciò che era
male.
5) Costruirono dei templi
per il corpo umano. Adorarono i maschi e le femmine e il Terzo occhio cessò di
funzionare. L'egocentrismo ed il
culto del sé regnano sovrani. L'uomo s'identifica con il suo corpo antropomorfizzando le
divinità, forse in una distorta memoria del suo retaggio, ed identificandola con sé
stesso. Furono edificati templi,
come anche in età più tarda e più vicina ai nostri tempi, in cui erano adorati dei
antropomorfi. Questo culto del sé li
riportò più in basso, verso la materia dalla quale derivavano e
dalla quale si stavano
evolvendo. Fu così che persero
l'uso delle loro facoltà superiori e rimasero immersi nella sola percezione della materia. Si chiude la percezione
superiore che le Razze precedenti avevano grazie alle facoltà del terzo occhio, quello che
nella precedente "Evoluzione Cosmica" era definito
"l'occhio aperto di Dangma". Derivando l'uomo da
un'essenza spirituale, questa era in contatto percepente con le energie che guidavano il
Tutto. Quando la monade discese pienamente nel corpo fisico, queste facoltà furono
perse, oscurate dal velo della materia. L'uomo cadde
nell'ignoranza del Sé Superiore, credendosi unico ed irripetibile,
scisso e a sé stante dalle leggi
che governano il Tutto.
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