Lo yoga, come il tai-chi, può
amplificare molto il potere.
E’ importante non forzarvi mai in
nessun esercizio. Lo yoga è molto diverso dall’atletica. Dovrebbe
essere fatto in stato di rilassamento e mai forzato. Esso utilizza la parte
destra del cervello con l’obiettivo di potenziare se stessi. Chiunque
può imparare da solo lo yoga fisico, al contrario della nozione
popolare di avere un maestro.
La cosa più importante nello yoga è procedere per quello che si sente.
Lo yoga fisico dovrebbe anche essere
fatto in stato meditativo, per usufruire della massima potenza. Se avvertite un
senso di leggerezza, aumentata bioelettricità e potere, state
facendo correttamente gli “asana”. Lo yoga è anche fatto meglio
da soli, perché gli altri possono rappresentare una distrazione se
si è in gruppo. Lo yoga dovrebbe essere fatto come una sequenza –
sia in piedi che seduti fino a sdraiarsi ed il contrario, O
all’opposto da sdraiati a seduti e poi in piedi.
Ogni asana dovrebbe essere mantenuto
per un minuto, o con gli asana più complessi, manteneteli per un
conto di 10, 20 , 30 secondi e fateli per due o tre volte. Fate come vi
sentite meglio. Man mano che progredirete, potete mantenerli per più
tempo. Ricordate, siamo tutti persone. Non forzatevi oltre le vostre capacità.
La sequenza qui sotto dovrebbe essere
fatta in ordine.
Lo yoga è pacifico e rilassante. Volendo potete usare dei suoni rilassanti e piacevoli come sottofondo.
Gli asana a testa in giù non dovrebbero
essere provati da chi ha problemi cerebrali, distacco della retina,
problemi cervicali, chi è molto in soprappeso o ha delle condizioni
che possono essere aggravate dall’accresciuta pressione o flusso
sanguigno alla testa ed al collo. Potete fare anche solo gli asana normali.
Fate solo quello che potete e non
sforzate mai.
Completate sempre una piega frontale
con una fatta all’indietro. Ci sono sempre delle mosse opposte
nello yoga. Se vi ruotate a sinistra, dovete poi farlo a destra.
Ogni programma di yoga include :
- Asana in piedi
- Asana seduti
- Asana piegati in avanti
- Asana piegati all’indietro
- Asana piegandosi da lato a lato
- Asana di rotazione
- Asana invertiti (questi possono essere esclusi da chi ha problemi di salute)
- Asana da sdraiati
Perché si praticano le asana
Le asana si praticano per promuovere
una buona salute e rendere il corpo stabile e flessibile,
così da prepararlo al pranayama e alla meditazione.
La stessa pratica di yogasana,
tuttavia, diventa un atto meditativo in sé nel momento in cui si
porta la consapevolezza sull’unione tra il corpo e il
respiro.
Per questo, anche quando è fluida, la sequenza di
posizioni va eseguita lentamente – sempre che non sia mirata a
specifici scopi terapeutici. Pur basandosi sul controllo degli arti e
dei muscoli è un lavoro più energetico che muscolare,
volto a risvegliare, insieme alle altre tecniche, il potere della
kundalini, o energia karmica dormiente.
L’obiettivo ultimo è quello di
rallentare i movimenti, allungando il respiro per convogliare
il prana (o energia vitale) verso un equilibrio tra
forze opposte: allungamento e compressione, stabilizzazione ed
estensione, energia potenziale e dinamica.
L’importanza del respiro nella
pratica delle asana
Quello che differenzia un’asana da un
semplice esercizio ginnico è proprio l’attenzione al respiro. È
infatti il respiro che imposta il movimento e guida la pratica.
In
generale, si inspira negli allungamenti e si espira ogni
volta che si crea una compressione sull’addome. Tutte le asana,
comunque, possono essere eseguite senza rischi durante l’espirazione.
La padronanza nell’esecuzione di
un’asana è indicata dalla qualità del respiro, che deve
essere equo, profondo e lento. Nei piegamenti
indietro e laterali, o quando è richiesto uno sforzo, il respiro si
accorcia – ed è normale. È importante, però, non rimanere mai
in apnea durante l’esecuzione di un’asana. Si respira
sempre dal naso per avere un maggior controllo del flusso
respiratorio.
Come si eseguono le asana?
Le asana devono essere praticate
con consapevolezza, concentrazione e controllo.
Un’asana si esegue dal basso verso
l’alto seguendo quattro azioni:
- fondamenta
- allineamento
- stabilizzazione
- estensione
Si parte stabilendo le fondamenta,
ossia le parti in contatto con la terra, per poi disporre il corpo
secondo i principi universali dell’allineamento. Il corretto
allineamento di un’asana favorirà la sua esecuzione, ma è
importante rispettare costituzione, capacità
personali e conformazione fisica nel pieno rispetto
dell’anatomia funzionale.
Le asana devono
essere stabili e confortevoli.
È importante,
infatti, stabilizzare il baricentro attivando gli addominali
profondi, prima di allungarsi, estendersi ed espandersi. L’atto
dell’estensione permette la piena espressione di una postura e la
possibilità di sperimentare, in ultimo, uno stato di assorbimento,
leggerezza e agio. L’allungamento della spina dorsale consente
inoltre ai piegamenti laterali, indietro o in avanti di avvenire in
maniera organica, senza sforzo.
Come si entra e si esce da
un’asana, infine, è importante tanto quanto il tempo che si rimane
nell’asana stessa, non solo per evitare infortuni, ma anche per
vivere la pratica come una meditazione in movimento.
Alcuni esempi di Asana:
Alcuni esempi di Asana:
Salamba Sarvangasana, la posizione
della candela con sostegno. Questa posizione in india è definita
la regina di tutte le asana in quanto è capace di
apportare moltissimi benefici in tutto il corpo. Si attua da supini
alzando le gambe e quindi la sezione lombare, tenendo gli arti
perfettamente tesi. In questo modo il circolo del sangue e delle
linfe riceve una spinta diversa che favorisce l’ossigenazione del
corpo. La muscolatura ne beneficia, soprattutto la zona lombare.
Sirshasana, la posizione sulla testa.
Si tratta di un’asana leggermente difficile, in quanto viene
richiesta un’ottima padronanza dei movimenti e un ottimo
baricentro che equilibra tutto il corpo. Questa posizione è
sconsigliata per chi ha notevoli problemi alla schiena e alla
cervicale. Sishasana viene chiamata del padre in
quanto permette di agire in modo profondo sul controllo del corpo.
Halasana, posizione dell’aratro.
Questa asana è molto conosciuta e benefica, in quanto aiuta a
distendere felicemente i muscoli della schiena e gli arti inferiori.
Si attua da supini, andando in candela e solo successivamente
portando le gambe all’indietro. Se è possibile, il dorso dei piedi
poggia a terra, se viene complesso è sufficiente flettere le
ginocchia e portarle verso la fronte. La posizione sviluppa
un benefico massaggio nei confronti degli organi interni,
soprattutto del cuore.
Matsyasana, la posizione del pesce è
una delle migliori posizioni per ossigenare la tiroide ed aprire il
torace. Aiuta a distendere i muscoli della schiena e del
bacino.La posizione si attua da supini, cercando di sollevare il
busto e di portare il capo all’indietro facendo forza nelle
braccia.
Paschimottanasana, la posizione seduta
in avanti. Si tratta di una delle posizioni più classiche dello yoga
che rientra fra le dodici fondamentali dell’ hatha yoga. Si
attua da seduti con le gambe distese, portando il busto in
avanti e cercando di raggiungere i piedi con le palmi delle mani,
possibilmente abbracciandoli. La posizione favorisce un
massaggio interno degli organi riproduttivi e, al contempo, distende
i muscoli delle gambe e della zona lombare.
Bhujangasana, la posizione del cobra.
Si tratta di un’asana molto distensiva, che si occupa di
tendere i muscoli del bacino e del petto. Dalla posizione distesa a
pancia in giù si deve sollevare il bacino e quindi puntare le
braccia al suolo per distendere il busto il più possibile. Perfetta
per chi ha bisogno di distendere la zona del collo e quindi ricerca
sollievo ai dolori cervicali.
Shalabhasana, la posizione della
locusta. Questa posizione classica aiuta sia a rafforzare la
muscolatura che a sviluppare il baricentro del corpo.
L’asana si attua in posizione a pancia in giù, sollevando
contemporaneamente le gambe e le braccia. In questo modo il solo
bacino poggia a terra e gli arti fluttuano in aria mantenendo un
benefico stato di tensione.
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